In Occidente parliamo troppo poco dei giornalisti arabi e le poche volte che lo facciamo è solo quando hanno perso la vita.
In questo spazio invece continuiamo regolarmente a farveli conoscere, perché secondo noi lo meritano.

In particolare oggi dedichiamo il nostro spazio ad un giornalista, che pur ferito nel 2023 è ancora oggi in prima linea tutti i giorni, a raccontare cosa succede a Gaza.
GAZA VIETATA DA ISRAELE AI GIORNALISTI STRANIERI
La situazione più preoccupante per gli operatori dell’informazione, che non abbiamo mai smesso di seguire come TG dei Fuorionda, è quella di Gaza.
Israele come è noto, ha chiuso la Striscia di Gaza ai giornalisti stranieri.
Dall’attacco di Hamas del 7 ottobre 2023 e dall’inizio della guerra, Israele non ha permesso ai giornalisti stranieri di entrare a Gaza, se non attraverso l’unica opzione disponibile per i giornalisti israeliani: trascorrere qualche ora a Gaza al seguito dell’esercito israeliano.

I giornalisti e le agenzie straniere hanno resistito collaborando con giornalisti e corrispondenti palestinesi locali (indipendenti), o con coloro che erano già a Gaza, per raccogliere informazioni, filmati e storie, e attraverso il telegiornalismo. Persino il permesso di entrare con l’IDF è stato concesso in modo limitato, arbitrario e non trasparente, affermano i corrispondenti stranieri in Israele.

Essere esclusi è come sentirsi mancare la terra da sotto i piedi.
Crea un serio ostacolo al giornalismo di prima mano e alle indagini a lungo termine, soprattutto per le testate più piccole o i giornalisti indipendenti che non hanno le risorse per assumere personale locale a Gaza. Un corrispondente o un caporedattore ha la responsabilità ultima dei propri articoli, ma non può “andarci”, come recita il detto della CNN.
Questo rende difficile gestire affermazioni e contro-affermazioni contrastanti, in una guerra con una valanga di entrambe.
Gli unici sempre presenti in loco sono i giornalisti arabi e in particolare palestinesi. Questo articolo è dedicato-come detto- ad uno di loro che ha una storia degna di essere raccontata.

Lui è il giornalista di Al Jazeera Arabic, Ashraf Amra, الجزيرة أشرف عمرة
grande fotoreporter, già gravemente ferito a una mano dal fuoco dell’esercito israeliano nel 2023.

COME HA INIZIATO LA SUA CARRIERA
Ashraf Abu Amra ha iniziato la sua carriera nel fotogiornalismo, mentre viveva a
Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale, negli anni 2000
Alcuni giornalisti più anziani gli regalarono una macchina fotografica per poter fotografare gli eventi vicino al checkpoint di Deir al-Balah. Successivamente ha lavorato come fotoreporter freelance per diverse testate internazionali e il suo lavoro ha ottenuto numerosi premi locali e internazionali.
Nel 2016, Abu Amra ha vinto il secondo posto nella categoria notizie principali dell’Andrei Stenin International Press Photo Contest ed è stato invitato alla cerimonia di premiazione a Mosca, in Russia .
Non è stato in grado di partecipare alla cerimonia a causa delle restrizioni di viaggio imposte dalle autorità israeliane ai residenti di Gaza. Abu Amra ha ritenuto gli israeliani responsabili della sua impossibilità di partecipare alla cerimonia di premiazione per due anni consecutivi e ha anche incolpato il Sindacato dei giornalisti palestinesi per la divisione interna palestinese.
IL FERIMENTO DEL 2023
Il 15 settembre 2023, Ashraf Abu Amra stava coprendo una protesta palestinese vicino al confine tra Gaza e Israele , nell’area di Khan Younis . Le forze israeliane hanno utilizzato munizioni vere, proiettili di gomma e gas lacrimogeni durante la protesta, ferendo 12 palestinesi, tra cui Ashraf Abu Amra, che ha riportato gravi ferite alle mani.

Successivamente è stato trasferito in Turchia per cure con l’assistenza dell‘Agenzia Anadolu , per la quale stava lavorando e coprendo l’evento in quel momento.

NON SI E’ ARRESO ED E’ TORNATO SUL CAMPO
Nonostante il ferimento, dopo le cure in Turchia, Asharaf è tornato a Gaza e ha continuato nel suo instancabile e pericoloso lavoro di giornalista.
Durante l’invasione israeliana della Striscia di Gaza a seguito dell’operazione Al-Aqsa Flood , Ashraf Abu Amra ha anche scritto una serie di articoli per Al Jazeera e prodotto diversi servizi giornalistici che documentavano le difficoltà affrontate dai civili palestinesi nella Striscia di Gaza.
Insieme ai suoi colleghi della coraggiosa squadra di Al Jazeera, segue quotidianamente (anche mentre scriviamo il 25 novembre 2025) ciò che succede a Gaza. Ancora oggi è sempre in prima linea.
Potete seguirlo su Instagram dove ha 262 mila follower.

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