DISOBBEDIENZA PER TUTELARE IL MARE: L’ESEMPIO DI UN ORISTANESE, DAVID GRASSI

Ci sono esperienze, date e fatti che segnano la vita di ognuno di noi.

Per David Grassi, sardo di Oristano, nato nel vecchio ospedale San Martino il 21 dicembre del 1972 ,che da tempo vive a Livorno, non possono esserci dubbi.

Nel suo caso l’episodio che non potrà mai dimenticare è legato alla sua esperienza di venti anni fa da tenente di vascello imbarcato sulla Fregata Maestrale della Marina Militare.

Ancora più precisamente ad un fatto preciso dal quale, proprio oggi, era esattamente mercoledì 23 febbraio, saranno passati ben 20 anni.

La rilevanza di quella giornata però travalica quella del ricordo e della emozioni personali.

L’ambito nel quale è avvenuto l’episodio che ha segnato la vita dell’allora tenente di vascello, è quello pubblico-istituzionale di una componente delle Forze Armate, con ripercussioni e valenze etico morali, degne di essere evidenziate.

Il tenente di Vascello David Grassi

IL FATTO

Era appunto il 23 febbraio 2002, quando l’ingegnere della Marina Militare italiana David Grassi è a bordo della fregata Maestrale, come tenente di vascello, diretta verso il golfo Persico iracheno, nel quadro dell’operazione Enduring Freedom (nome in codice ufficialmente utilizzato dal governo degli Stati Uniti d’America per designare le operazioni militari avviate dopo gli attentati dell’11 settembre 2001).

L’ingegnere scopre un guasto accaduto agli impianti di trattamento delle acque di sentina.

La sentina è la parte più bassa nello scafo di una nave, in cui vengono raccolti gli scoli e le infiltrazioni d’acqua. In questo caso, i liquidi che riempiono la sentina sono troppo pieni di inquinanti oleosi, a causa del malfunzionamento dei motori della fregata.

Il suo superiore gli ordina quindi di scaricarli in mare, per non rallentare l’arrivo della nave sul teatro delle operazioni.

Un ordine che tanti probabilmente avrebbero rispettato in silenzio e senza fare “storie”.Nelle forze armate si sa, le gerarchie non possono essere toccate.

Ma stavolta la prassi, non funziona, il richiamo all’etica, alla morale, ma pure al semplice buonsenso con David Grassi è più forte. Le norme ambientali sono chiare, il regolamento internazionale in materia prevede che lo smaltimento avvenga ben diversamente da quanto ordinato.

Anche le navi militari debbono attraccare nel porto più vicino per scaricare le sostanze inquinanti, attraverso l’intervento di operai specializzati.

E così David Grassi si rifiuta categoricamente di obbedire ad un ordine superiore che nello specifico viola palesemente anche il diritto ambientale. Una scelta clamorosa, destinata ad avere un seguito più lungo e per certi versi doloroso, di quello che si potesse immaginare.

Fino a quel momento Grassi aveva preso nota della situazione e fatto fotografie, e solo la paura che il fatto possa arrivare alla stampa fa fare dietrofront al comandante: alla fine la nave si dirige verso il porto più vicino per uno smaltimento regolare.

L’azione del “signornò” in un primo tempo sembra avere la meglio in maniera indolore. Ma non sarà così.

LA PUNIZIONE

Ma è solo una vittoria parziale per l’ingegnere, dopo 2 giorni in blocco totale, arriva per lui la prima sentenza.

Ben 15 giorni di “consegna di rigore” come sanzione disciplinare, questo il verdetto.

Dopo 48 ore infatti arriva la punizione, dura, durissima per quel suo no. Un atto formale che in esclusiva pubblichiamo integralmente con tutti i nomi dei protagonisti.

L’ingegnere per quel suo rifiuto all’obbedienza subisce ben 15 giorni di “consegna di rigore” come sanzione disciplinare.

Si tratta di una delle pene gravi che possono essere inflitte ad un militare in servizio. “Non potevo andare a casa per scontare la pena- ci racconta Grassi- essendo a bordo di nave in navigazione, sono stato costretto a limitazioni della libertà personale e a mangiare da solo in camerino.”

Non può inoltre spostarsi e fare pause e ricreazione, obbligato a stare chiuso in uno stanzino, ma siccome è necessaria la sua presenza per i servizi di guardia continua a svolgerli, piantonato da un sottoufficiale. Ma non finisce lì, Inizia ad essere vittima di mobbing da parte di colleghi e superiori, che lo rimproverano, ma non sono interessati a capire le motivazioni del suo gesto.

Diversi gli ufficiali coinvolti che con atti formali hanno redatto verbali disciplinari contro David Grassi. Qui sopra pubblichiamo in esclusiva quello che porta la firma di Marcello Tomassi.

Al ritorno, nel giugno 2002, viene messo in ferie obbligate per due mesi e poi destinato alla nave Orione che, ironia della sorte, controlla proprio lo sversamento degli scarichi in mare.

LA NORMA CHE GRASSI NON HA VOLUTO VIOLARE

E’ La Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (nota anche come Marpol 73/78) è un accordo internazionale per prevenire l’inquinamento del mare. In essa convergono due trattati internazionali del 1973 e del 1978.

La convenzione MARPOL 73/78, tra le più importanti convenzioni ambientali internazionali, è nata con lo scopo di ridurre al minimo l’inquinamento del mare derivante dai rifiuti marittimi, idrocarburi e gas di scarico. Il suo obiettivo dichiarato è quello di preservare l’ambiente marino attraverso la completa eliminazione dell’inquinamento da idrocarburi e da altre sostanze nocive e la riduzione al minimo dello sversamento accidentale di tali sostanze.

La Convenzione MARPOL originale è stata firmata il 17 febbraio 1973.

L’attuale convenzione è una combinazione di due trattati adottati rispettivamente nel 1973 ( MARPOL ’73 ) e nel 1978 ( TSPP – Tanker Safety and Prevention of Pollution ). Essa è entrata in vigore il 2 ottobre 1983. Al 31 dicembre 2001, 161 paesi, che rappresentano il 98% del tonnellaggio mondiale, hanno aderito alla convenzione.

Tutte le navi battenti bandiera dei paesi firmatari della convenzione MARPOL-incluse quelle militari- e costruite successivamente alla sua entrata in vigore, sono soggette alle relative prescrizioni, a prescindere dal luogo in cui navigano ed i singoli paesi membri sono responsabili per le navi iscritte nei propri porti.

https://it.wikipedia.org/wiki/Convenzione_internazionale_per_la_prevenzione_dell%27inquinamento_causato_da_navi

LA RIABILITAZIONE SOLO 12 ANNI DOPO

Nel 2014, a ben 12 anni dall’accaduto, il Tar di Genova, con sentenza n.00128/2014, ha stabilito che Grassi “aveva fatto il suo dovere”.

“La sua condotta ” -scrive testuale il TAR nella sentenza, con riferimento al tenente Grassi – “si era concretizzata, invece, in una ferma azione preventiva intesa ad evitare che potessero essere scaricati rifiuti in mare (sub specie di acque e oli di sentina della navigazione), anziché conferirli, come doveroso, presso gli impianti portuali di raccolta. Il comportamento censurato, in altre parole, si sostanziava in un’opera di dissuasione che, verosimilmente, ha impedito un episodio di ingiustificabile danneggiamento dell’ambiente marino.Né risulta che, in alcuna circostanza, il ricorrente avesse adottato modalità relazionali incompatibili con il rapporto gerarchico ovvero dato luogo a comportamenti suscettibili di costituire esempio negativo per gli altri militari.

Rimane la questione afferente all’irrituale attività di raccolta di elementi probatori (fotografie e campionamenti) che, peraltro, non può giustificare di per sé l’applicazione della più grave fra le sanzioni di corpo e, in quanto precostituita ad acquisire elementi a tutela della posizione del militare coinvolto, costituiva un’anticipata manifestazione del diritto di difesa non incompatibile con i doveri del grado e con gli obblighi connessi al rapporto gerarchico.”

Una sentenza che, cancellando quella sanzione ingiusta, gli riconosce onore e conferma che la sua azione fu corretta.

Il caso a parte alcuni giornali locali, il Tirreno, David è livornese e la Nuova Sardegna, per le sue origini sarde, non ha avuto adeguata eco nei media nazionali.

Sulla rete però sono arrivati anche i meme. Questo che pubblichiamo ha girato molto su facebook. Un piccolo meritato riconoscimento , come qualche volta i social sanno fare.

L’INTERROGAZIONE IN PARLAMENTO

Nel 2014 il caso è approdato al Senato, 11 senatori del Movimento 5 Stelle, primo firmatario il sardo Roberto Cotti, hanno presentato una dettagliata interrogazione all’allora Ministro della Difesa, chiedendo se siano stati mai presi provvedimenti o s’intendano farlo nei confronti di coloro che hanno emesso atti illegittimi, come quelli contro Grassi.

Testo integrale dell’Interrogazione parlamentare a prima firma del senatore Roberto Cotti

https://www.senato.it/Web/17LavoriNewV.nsf/All/33FF5BB14C803782C1257C94003096B8?OpenDocument

La risposta all’interrogazione è arrivata in Commissione Difesa del Senato il 19 marzo 2014 eccolo integrale nel verbale di seduta.A rispondere è un ex generale, Domenico Rossi, sottosegreario alla Difesa per il Governo Renzi.

https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/302544.pdf

Estratto della risposta del Sottosegretario alla difesa Domenico Rossi -Popolari per l’Italia (Governo Renzi)

Era il 2014, ma da allora non risulta che ci sia stato alcun provvedimento nei confronti di chi ha emanato i provvedimenti successivamente annullati dal TAR.

DAVID GRASSI OGGI: 5 LAUREE E ANCORA AL SERVIZIO DELLA MARINA MILITARE

Oggi David Grassi, ha 50 anni vive a Livorno e lavora sempre per la Marina Militare, come funzionario tecnico edile.

“Dopo aver fatto l’allenatore delle giovanili di atletica e basket della Libertas Livorno-racconta sempre con orgoglio David Grassi- mi sono recentemente laureato in Studi Olimpici (una delle sue 5 lauree ndr) presso l’Università del Peloponneso, in accordo con l’Accademia Olimpia Internazionale, in Grecia, e collaboro con l’Università San Raffaele di Roma, come cultore della materia in metodologia del movimento umano”.

Titolo che si aggiunge ad un elenco già nutrito di Lauree, conseguite dopo la Maturità scientifica di Oristano, presso il Liceo Mariano IV d’Arborea, dove ha lasciato un ottimo ricordo .

Dopo la prima Laurea in Ingegneria Navale (1998), si è Laureato in Scienze Motorie (2015), in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate – (2017) e Laureato in Scienze della Nutrizione Umana – (2019).

A distanza di due decenni oggi David è ovviamente più sereno e con una sorta di humor inglese ci racconta altre due “chicche” di quella esperienza sulla nave Maestrale che lo ha segnato per sempre.

Il medico della marina “ no vax” nel 2002

Il primo episodio ci riporta all’attualità delle vaccinazioni.Ed è oggettivamente inquietante.

“Prima di partire per il mar arabico- ci racconta David- il dottore di bordo, come da profilassi sanitarie stabilite per i Paesi dell’area di destinazione, ci ricevette individualmente in infermeria. Giunto il mio turno mi disse: “Tu i vaccini li fai o li butto? Guarda che nessuno li sta facendo, si tratta di porcherie che ti inietti. Te lo sconsiglio”. David prosegue, “Risposi di volermi vaccinare per la sicurezza personale e collettiva.” Tuttavia, continua “Nel contenitore dei rifiuti vidi molte pastiglie ed altri prodotti solo scartati e gettati via e dunque sospetto che gran parte di quell’equipaggio sia partito non vaccinato per malattie tipiche di quelle aree, compresa la malaria.”

Il Giornalino di bordo “sovversivo”

Il secondo episodio che ci racconta David Grassi invece si riferisce ad una singolarità “editoriale”: una sorta di giornalino di bordo “clandestino”.

Nella nostra attività sul Maestrale-ci dice David Grassi-ne abbiamo viste di tutti i colori: eravamo talmente depressi che abbiamo deciso di redigere, all’oscuro del comando ma in forma del tutto goliardica, un “Giornalino del Reparto Sistema Nave”. Lo stampavamo mediamente una volta alla settimana e lo leggevamo insieme ridendo di gusto. Conteneva piccoli aneddoti della vita di bordo, come quando non potevamo farci la doccia per carenza di acqua dolce, mentre il Comandante in Seconda preferiva lavare gli esterni della nave. Il Comandante in Seconda era molto spesso protagonista non dichiarato (con vari nomignoli) dei nostri articoli, considerando le attività astruse che chiedeva di fare e la sua singolare interpretazione del funzionamento dei sistemi di bordo. Un altro articolo ci fu suggerito da un evento nel quale, a seguito di un errore di valutazione del Direttore e del Comandante della Nave, si procurò un grave danno all’impianto combustibile della nave, con grave limitazione della operatività della stessa.”

In quello stesso giornalino, simpaticamente David era già chiamato “eroe”, probabilmente perchè si spendeva per il benessere del personale alle sue dipendenze che continua a manifestare nei post dei social il notevole apprezzamento per l’allora giovane ufficiale.

Qualche anno fa, David, invitato ad intervenire in un convegno organizzato dall’Ordine degli Avvocati di Oristano, per parlare della applicazione della giustizia all’interno delle forze armate, ha sottolineato la missione dell’Accademia Navale, alla quale lui fermamente crede ancora oggi.
ale missione è riportata nel sito ufficiale e dice testualmente:

Selezionare, istruire ed educare i giovani Allievi affinché assimilino i più alti valori morali e principi etici per diventare dei Leader capaci di assumere, in qualsiasi circostanza, il controllo degli eventi ed affrontare tutte le sfide del futuro, guidando i propri uomini con l’esempio e con la professionalità nell’alveo delle più alte tradizioni della Forza Armata

https://www.marina.difesa.it/il-tuo-futuro-e-il-mare/formazione-in-marina/accademia_navale/Pagine/default.aspx

Unico rammarico a distanza di vent’anni e con la restituzione del pieno onore per chi ha servito la Patria anche con la giusta disobbedienza ad ordini ingiusti e che coloro che ingiustamente decretarono quella pena a 15 giorni di “consegna di rigore”, non ne abbiano ancora risposto.

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